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Expo 2008 a Trieste: ambientalmente insostenibile

Gli Amici della Terra Friuli Venezia Giulia, delegazione locale dei Friends of the Earth International, esprimono la propria contrarietà alla realizzazione a Trieste dell’EXPO 2008 a Trieste per l’inconsistenza e l’elevato impatto ambientale dei contenuti e dei progetti presentati per la candidatura della città. Si ritiene che la costosissima campagna di promozione sia servita solamente a nasconderne le gravi lacune facendo anche credere che l’intera città era coinvolta in questo evento. In effetti ben pochi cittadini hanno saputo in che cosa dovrebbe consistere l’EXPO a Trieste. Per ora si sono visti solo slogan pubblicitari che non hanno mai affrontato l’aspetto ambientale della candidatura, il quale costituisce invece una delle priorità per ogni evento internazionale di questa portata. La popolazione non è stata mai informata, ad esempio, del fatto che gli ispettori del BIE nella loro ispezione alla città di Trieste, nel mese di marzo del 2004, avevano incontrato i rappresentanti delle maggiori associazioni ambientaliste, affrontando il problema ambientale della candidatura (ritenuto una delle priorità dal BIE). Gli Amici della Terra ed il WWF nell’occasione, esprimendo le proprie perplessità sulla candidatura triestina, avevano consegnato dei dossier in cui veniva messo in evidenza il grande impatto ambientale che l’EXPO avrebbe avuto su una città troppo piccola con problemi ambientali già gravissimi, che gli organizzatori della candidatura non avevano portato all’attenzione della Commissione esaminatrice. Al termine dell’ispezione la Commissione constatava che la candidatura di Trieste presentava troppe carenze dal punto di vista ambientale.

La maggiore vittima dell’EXPO 2008 a Trieste sarebbe il Carso, patrimonio naturalistico per eccellenza della provincia, famoso a livello mondiale per le sue grotte, che verrebbe sacrificato sull’altare dell’esposizone internazionale. Il progetto prevede infatti che il Carso, già sottoposto ad una pressione antropica ed a una cementificazione che ne hanno alterato il delicato ecosistema, diventi il serbatoio di sfogo per i 5 milioni di visitatori dell’esposizione, che in mancanza di una sufficiente ricettività alberghiera nella città verrebbero sistemati in enormi campeggi da realizzarsi disboscando ampie superfici carsiche. Si prevede infatti che a Trieste arrivino 56.000 visitatori al giorno nel mentre la città dispone solo di 4.000 posti letto negli alberghi. Almeno 20.000 turisti al giorno dovrebbero essere ospitati assurdamente nei mega campeggi (che rimarrebbero poi come scomodo regalo dell’EXPO) da costruirsi sul Carso, che non avrebbero nemmeno un sistema fognario vista l’impossibilità di allacciarsi ai depuratori esistenti, già ampiamente insufficienti per le esigenze attuali (e visti i loro continui malfunzionamenti).

I progetti turistici proposti per l’EXPO non potranno mai risolvere le carenze strutturali esistenti. Si veda ad esempio il progetto della Baia di Sistiana che, secondo i proponenti, dovrebbe essere terminato entro il 2008 garantendo così altri 2.000 posti letto. Nella realtà tale progetto, ulteriormente devastante dal punto di vista ambientale deve essere ancora approvato perchè ha incontrato una fortissima opposizione da parte degli ambientalisti che ne hanno già bloccato l’iter autorizzativo e ne hanno denunciato alla Commissione Europea l’incompatibilità ambientale (l’area in cui si vorrebbe edificare è un Sito Naturalistico Europeo). In ogni caso tale progetto non potrà mai essere realizzato entro il 2008. E’ questa una delle tante dimostrazioni, purtroppo, dell’inconsistenza irresponsabile della candidatura triestina. La proposta di ospitare un’altra parte dei turisti su navi traghetto trasformate in alberghi galleggianti (che poi finirebbero per scaricare i liquami a mare) si commenta da sola ad ulteriore dimostrazione dell’improvvisazione della candidatura.

Altro problema irrisolto è quello della rete ferroviaria e stradale ampiamente insufficiente a sopportare l’elevato traffico in ingresso/uscita dalla città in occasione della manifestazione. Mentre stanno procedendo a rilento gli attuali lavori di raddoppio della grande viabilità (autostrada) per i notevoli problemi tecnici incontrati (scavo di tunnel nel Carso), vengono inseriti all’interno della candidatura triestina due progetti che a nulla potranno servire per l’EXPO: il Corridoio 5 ferroviario ed il progetto di Penetrazione Nord stradale. Con il Corridoio 5 si vorrebbe realizzare una linea ferroviaria ad alta velocità che partendo da Lione e passando per Trieste dovrebbe proseguire fino a Kiev (Ucraina). La tratta che interesserebbe l’EXPO sarebbe quella Venezia - Trieste il cui tratto finale di 34 Km dovrebbe essere scavato sotto il Carso (percorso interamente in tunnel) a 250 metri di profondità. Si tratta di un’opera mastodontica dai costi rilevantissimi appena in fase di definizione e che mai potrà essere realizzata in tempo utile per l’EXPO (ovvero entro il 2008). Il progetto è contestatissimo in Italia e la sola realizzazione del tratto sotto il Carso triestino verrebbe a costare, si stima, 4,3 miliardi di euro (attualmente non disponibili) con tempi previsti di esecuzione di almeno 20 anni.

Il progetto Penetrazione Nord prevederebbe invece la realizzazione di un tunnel che passando sotto il Carso dall’uscita dell’autostrada raggiungerebbe il porto di Trieste nell’area dell’ipotizzata esposizione internazionale. Problema: il progetto è già stato bocciato dalla Regione a seguito delle fortissime contestazioni (con tanto di manifestazioni partecipatissime in piazza) degli ambientalisti e dei cittadini (l’impatto ambientale, come per il Corridoio 5 sarebbe altissimo). Nel dossier della candidatura il progetto viene invece presentato come approvato!! La dimensione infrastrutturale di Trieste e provincia è comunque quella dei suoi 242.000 abitanti, a fronte di quella degli 1.204.000 di Saragozza ed 1.057.000 di Salonicco. Speriamo davvero che il BIE apra gli occhi di fronte a queste “carenze informative” che potrebbero portare a delle gravi conseguenze anche sociali in caso di assegnazione dell’EXPO a Trieste.

Nel dossier di presentazione il comitato organizzatore ha omesso di informare su molte altre importanti situazioni che riguardano direttamente la candidatura, quali ad esempio l’inquinamento dell’area portuale in cui si dovrebbe svolgere la manifestazione. Buona parte dell’area portuale di Trieste, da Muggia fino al Porto Nuovo (compreso), è stata riconosciuta come area fortemente inquinata ed inserita tra i siti di interesse nazionale da bonificare sotto il controllo del Ministero dell’Ambiente. Il sito inquinato di Trieste comprende inoltre la zona industriale gestita dall’EZIT della quale fa parte l’intero tratto terminale della valle delle Noghere. Il tipo di inquinamento presente in quest’area deriva per una parte dall’utilizzo per decenni come discarica (valle delle Noghere) incontrollata e per l’altra dalle attività di raffinazione dei prodotti petroliferi (ex raffinerie Aquila, Esso). Il risultato è un vero disastro ambientale con pesanti ripercussioni sulla salute pubblica. Nel sito inquinato sono stati scaricati (tra i rifiuti fino ad ora trovati): IPA (idrocarburi policiclici aromatici) tra cui naftalene, fenantrene, benzo (a) pirene; idrocarburi pesanti, diossina, cadmio, piombo, rame, zinco, arsenico, boro, cromo esavalente, ferro, nichel, manganese, piombo, solfati. Nella sola valle delle Noghere sono stati scaricati milioni di metri cubi di inquinanti. In alcuni punti lo spessore dei rifiuti ha raggiunto gli 8 m ! Per dare un’idea della drammaticità della situazione si deve considerare che questa enorme massa di rifiuti sta lentamente ma inesorabilmente scivolando a mare. Anche nell’area dove dovrebbe sorgere la cittadella dell’EXPO è presente una discarica a mare simile a quella delle Noghere (il tipo dei rifiuti è lo stesso). Questa discarica è già stata segnalata alle autorità competenti e quindi è probabile la delimitazione della zona.

Molti di questi disastri ambientali, che hanno pesantemente condizionato il futuro della città, hanno visto il coinvolgimento diretto delle amministrazioni pubbliche che ora si propongono di gestire l’EXPO.
Sulle situazioni ambientali di Trieste la Commissione Europea ha in corso numerose indagini che potrebbero a breve portare a dei risultati importanti. La Commissione Europea ha già avviato un procedimento di infrazione contro l’Italia per l’inquinamento della valle delle Noghere (Muggia) a seguito della presentazione della denuncia degli Amici della Terra. Gli organi della Commissione Europea impegnati nelle inchieste sulla situazione ambientale di Trieste sono:
- Segretariato Generale della Commissione Europea
- Direzione Generale Ambiente
- Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode (OLAF)
- Direzione Generale per la Salute (SANCO)
- Direzione D LIFE (ENV D.2 Applicazione del diritto comunitario)
- Direzione Generale Energia e Trasporti (Unità Protezione dalle Radiazioni)
- Direzione Generale Mercato Interno (Unità Appalti Pubblici).

Da non sottovalutare che in questo momento sono in corso controlli incrociati sul sistema triestino degli appalti pubblici da parte della Direzione Distrettuale Antimafia siciliana e della Commissione Europea Antifrode (OLAF), con ben 120 appalti in fase di verifica, ciò legittima i timori che Trieste possa diventare terra fertile per la criminalità organizzata che proprio dai grandi lavori pubblici trae la propria linfa vitale.

Inoltre la candidatura di Trieste all’EXPO è drammaticamente in antagonismo con il rilancio del sistema portuale, questo sì il vero volano per la rinascita economica e soprattutto sociale della città, alla quale sottrae risorse e futuro.

Riassumendo, la candidatura di Trieste è purtroppo irresponsabilmente inadeguata: se respinta sarà costata un dispendio enorme di denaro pubblico, se accolta non potrà essere adeguatamente onorata per motivi tecnici evidenti, e produrrà danni ambientali inaccettabili.

AMICI DELLA TERRA TRIESTE - DELEGAZIONE F.V.G.
via Cadorna 5 - 34100 Trieste
TEL. 040311499
Internet: www.adt-fvg.org
E-mail: info@adt-fvg.org

5 comentarios

Anónimo -

pero los 111.ooo no era el total de inversion de todas las administraciones? que cabrones. Tienen 111.000 m en el ayuntamiento y no se lo gastan? con las cosas que hay que hacer. Madre mia, donde iremos a parar!!!!

(colgadlo como noticia, porfa) -

Cuando parecía que el consenso de las/os ciudadanas/os de Zaragoza en apoyo a la EXPO era total, en la madrugada del 9 al 10 de diciembre del 2004 hemos podido ver en varios puntos de la ciudad pancartas denunciando la verdadera cara de este evento.

En la Plaza España, lugar donde el Ayuntamiento ha colocado desde hace unas semanas un panel donde se van descontando los días que quedan para ver qué ciudad albergará la exposición, varias/os activistas vinculadas/os a la “Plataforma Ciudadana contra la EXPO”, desplegaron una pancarta en la que se leía “ QUEDAN 111.000 MILLONES DE DEUDA”, en alusión al gasto desmesurado que el Ayuntamiento quiere invertir en dicho evento.

También apareció en otro lugar a las afueras de la ciudad otra pancarta con el texto “ EXPO=ESPECULACIÓN”, aludiendo al movimiento especulatorio que suponen dichas exposiciones y coincidiendo también con el eslogan que se desplegó en los porches del Ayuntamiento el día del pregón de las fiestas del Pilar, que fue censurado por parte de las autoridades que demuestra la gran represión que se ejerce contra cualquier acto de disidencia, limitando así nuestra libertad de expresión.

Mañana sabado 11 a las 11,30 h frente a las oficinas de turismo de plaza del pilar, concentración por la libertad de expresión y la diversidad de opiniones. Contra las multas de la expo

Anónimo -

coño, será que no se sostiene medioambiental-mente nada? Tampoco Trieste. ¡y que podremos hacer, señor mio!

mejor no, total.... -

Anónimo -

¿Lo podríais resumir en castellano?